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lunedì 13 gennaio 2014

A Montefalco,Bacco Reunion 2014 " ANTEPRIMA"

BACCO REUNION 2014

              A MONTEFALCO …

                         
                     La Tavola del Gozzoli, CHIESA DI SAN FRANCESCO ,Pinacoteca.
       MONTEFALCO…Dove l’arte incontra dolci colline, dove dipinti di più di  seicento anni di vita incontrano i sapori gastronomici tipici della cultura italiana. Visitare Montefalco, una delle pochissime città italiane nelle quali la viticoltura veniva praticata anche all’interno del centro urbano, consente tra l’altro di conoscere luoghi davvero singolari sotto il profilo del paesaggio viticolo. Documenti testimoniano la cura con cui, in tempi ormai remoti, i vignaioli si dedicavano al “campo piantato a vigna”.
   Chiamata per la sua incantevole posizione "RINGHIERA DELL'UMBRIA", si trova  sul vertice di un colle a 473 mt. al centro delle valli del Clitunno, del Topino e del Tevere. Da qualsiasi punto della vallata si guardi verso l’alto, appare il colle di Montefalco, che gode di una splendida vista spalancata sui Monti Martani come sul Subasio e gli Appennini, su Spoleto, Trevi, Foligno, Spello e Assisi. Per i suoi celebri affreschi è ritenuta un santuario dell'arte umbro-toscana. Centro abitato fin da epoca romana, nel medioevo si chiamò COCCORONE (forse dal greco OROS = MONTE), nome che mantenne fino al 1249, quando devastata dalle truppe di Federico II, fu restaurata immediatamente col nome di Montefalco, probabilmente legato ad uno dei falchi dell'imperatore Federico II, che aveva soggiornato in Coccorone dal 9 al 13 febbraio 1240.


 Nella città si trovano numerosi monumenti storici. Montefalco rappresenta una tappa culturale importante ancora quasi tutta da scoprire. Le mura cittadine sono stupendamente conservate presentano quattro porte d'ingresso, entrati si procede verso il nucleo più antico del borgo medioevale.

          Nella Piazza del Comune, quasi esattamente circolare, sorge il Palazzo Comunale, anticamente chiamato Palazzo del Popolo. Costruito nel 1270 con dimensioni assai ridotte, venne successivamente ampliato su tutto il lato sinistro nel corso del XV secolo.

     
    Il luogo di maggior importanza di Montefalco è la monumentale Chiesa di S.Francesco, ora Pinacoteca Comunale. Benozzo Gozzoli nel 1450-52 affrescò tutta l'abside centrale con scene della vita di S. Francesco in 12 riquadri. La Chiesa di San Francesco rappresenta il cuore del Complesso Museale della città, uno spazio da cui si accede anche ad altre preziose raccolte d’arte che è possibile ammirare seguendo un percorso che conduce dapprima alla pinacoteca, quindi alla chiesa, di seguito alla cripta con le antiche cantine dei frati minori conventuali e la sezione del materiale archeologico e infine agli spazi dedicati alle mostre d’arte contemporanea. Un percorso fisico di scale e corridoi che è sicura metafora del percorso storico incarnato dall’intero complesso.
   
                                            Cantine Francescane, Montefalco e il VINO
    L’ uva “Sagrantino”, il cui vitigno sarebbe stato portato proprio da frati francescani dall'Asia Minore. E' a questa uva, coltivata solo in queste colline, che si deve la fortuna enologica di Montefalco; il “Montefalco Rosso” è a sua volta frutto di un mix fra vitigni di Sagrantino e Sangiovese.
 Le cantine dei Frati Minori legati alla lavorazione delle uve e alla produzione vinicola in cui sono presenti le antiche vasche per la raccolta e la pigiatura delle uve usate per contenere il vino e si può anche vedere la posizione degli antichi torchi. Ottimamente conservate, le cantine, sono una mirabile testimonianza di un legame vivo, sempre esistito a Montefalco fin dai tempi più antichi, che unisce arte e quotidianità, cultura e società e che proprio in questa splendida struttura ha avuto il suo centro, grazie al ruolo e alle attività dei frati nel corso dei secoli. Queste cantine testimoniano la presenza di strutture funzionali, con vasche per la pigiatura delle uve e la raccolta del vino, botti, botticelle, bigonci ed altre attrezzature tipiche della produzione di vino.

                                                 Il castello di Montefalco
L'antico Falisco assunse l'aspetto di un "castrum romano", di cui si possono riconoscere il cardo e il decumano massimo. Dopo la caduta dell'impero, Coccorone divenne l'instabile confine tra Longobardi e Bizantini. 
    E’ possibile visitare anche:
IL CASTELLO DI FABBRI , LA  CHIESA DI S.BARTOLOMEO, LA CHIESA DI S.LUCIA, LA CHIESA DI S.ROCCO, GIÀ DI S.MARIA DELLA SELVETTA (Camiano),La tradizione vuole che nel 1215 S. Francesco vi fondò un conventino, LA CHIESA DI S.CASSIANO, LA CHIESA DI S.MARIA DELLA SELVA MATTUTINA E LA CHIESA DI S.FORTUNATO.

          
                                                          I suoi prodotti tipici
     
  Montefalco offre al visitatore un vasto panorama di eccellenze territoriali che comprende vino, olio di oliva, formaggi, salumi, pane e pasta, ma anche frutta e verdura selezionata con la pazienza e l'amore per la terra che da sempre caratterizzano i montefalchesi. Anche l'artigianato locale riserva piacevoli sorprese agli appassionati di lavorazioni particolari come i tessuti di Montefalco ispirati ai disegni della tradizione.  Montefalco “Città dell’Olio” è conosciuta anche per l’ottimo olio che ha recentemente ricevuto la denominazione DOP. Di intenso colore giallo-verde e di sapore amabilmente fruttato, l'olio d'oliva trae dalla conformazione geologica dei colli su cui la sua pianta trova habitat ideale, spiccate qualità organolettiche. Accanto all'olio, il miele, prodotto di assoluta genuinità, frutto della cura solerte degli apicoltori locali che di questa arcaica attività continuano con competenza e passione la tradizione.
  
  Il 30 ottobre 1979 ottiene il riconoscimento della DOC e il 5 Novembre 1992 il riconoscimento della DOCG
I SENTIERI DEL SAGRANTINO 
27 Sentieri della Strada del Sagrantino  che vi permetteranno di scoprire questo stupendo territorio, facendo tappa in cantine dove assaggiare:
IL SAGRANTINO DI MONTEFALCO   E’ un vino di grande struttura ottenuto esclusivamente da uva Sagrantino. Grazie al ricchissimo corredo di polifenoli e di tannini, questo vino ha una longevità straordinaria. Necessita quindi di un lungo periodo di affinamento nel legno prima, nella bottiglia poi.
MONTEFALCO BIANCO DOC   Vino bianco a base di Grechetto, l’altra uva tipica dell’Umbria, e Trebbiano. Agli aromi ed ai sapori conferiti dal Grechetto, si accompagna la nota di freschezza tipica del trebbiano.
MONTEFALCO ROSSO DOC    Come in molte zone vinicole del Centro Italia, a Montefalco il Sangiovese vanta una notevole tradizione e diffusione. Da qui la nascita del Montefalco Rosso dove il Sangiovese si sposa con il Sagrantino che apporta tipicità e struttura a questo vino da tutto pasto. 
Il MONTEFALCO SAGRANTINO PASSITO DOCGD Dall’omonima uva si ottiene anche il tradizionale passito. I grappoli vengono scelti accuratamente e messi a passire su graticci per almeno 2 mesi. Quindi si vinifica fermentando il mosto con le bucce. Si ottiene cosi un vino passito molto particolare perché, pur essendo un vino dolce, rimane asciutto grazie al suo patrimonio tannico.
E’ POSSIBILE TROVARE ANCHE  il Grechetto e il Trebbiano Spoletino.
               
                 Per informazioni sull’evento scrivere a :

                      baccoperbaccoita@gmail.com
                    Così Herman Hesse di passaggio da Montefalco nel 1907 Scrive:
“    […] E un bel giorno, provenendo da Foligno, dove  ero stato ospite di un ballo mascherato di provincia, giunsi sotto la pioggia e in mare di fango all’arroccata cittadina di Montefalco. Pur essendo situata in posizione ardita e avendo l’aspetto di una rocca fiera e bellicosa, Montefalco è oggi uno dei luoghi più pacifici della Terra, un quieto centro di arte francescana. […]Vicino o lontano, non c’è sguardo che non sfiori una località antica, celebre, sacra; ecco laggiù Spoleto, Perugia, Assisi, Foligno, Spello, Terni, e nel mezzo centinaia di luoghi minori, di villaggi, chiese, corti, monasteri, rocche e case coloniche: una terra ricca di storia. […]Ammutolito di meraviglia attraversai la piazza, uscii di città da una delle porte, rientrai da quella successiva, percorsi angoli e ripide stradine. […]Sedetti avvolto nel mio pastrano, il cappello in testa i piedi tesi sopra la misera brace osservando la luce incerta della lampada i ritratti della famiglia reale appesi alla alte pareti e canticchiando tra me e me, nel freddo e nell’oscurità, qualche canto popolare svevo in atteso che l’oste arrivasse col vino e col cibo. Dopo un buon pasto a  base di riso, un po’ di montone e formaggio di capra fresco, indugiai ancora qualche tempo a tavola fumando, sempre intirizzito, neri sigari italiani.[…]. “
                                       

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